CONTRATTI A TERMINE: LE NUOVE REGOLE SUL PERIODO DI PROVA
- GABRIELE SATTA

- 27 apr
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento normativo: cosa cambia per i contratti a tempo determinato nel 2025
Una recente integrazione al cosiddetto Decreto Trasparenza ha introdotto importanti novità riguardanti i periodi di prova nei contratti a tempo determinato.
L’obiettivo del legislatore è garantire maggiore chiarezza e tutela sia per i lavoratori che per i datori di lavoro.
🔍 Come si calcola ora il periodo di prova?
La nuova normativa stabilisce che:
📌 La durata del periodo di prova deve essere pari a un giorno effettivo di lavoro ogni 15 giorni di calendario a partire dalla data di inizio del contratto.
👉 Esempio pratico:
Un contratto di 90 giorni → 90 / 15 = 6 giorni effettivi di lavoro di prova
📏 Limiti minimi e massimi
La legge fissa comunque dei limiti rigidi, che si applicano a prescindere dal calcolo matematico:
⏳ Durata minima della prova: 2 giorni lavorativi
⛔ Durata massima:
15 giorni se il contratto dura fino a 6 mesi
30 giorni se il contratto ha durata da 6 a 12 mesi
📌 Resta salva la possibilità di applicare condizioni più favorevoli previste dai contratti collettivi (CCNL).
⚠️ Attenzione: perché è importante
➡️ Una gestione scorretta del periodo di prova può rendere il licenziamento in prova nullo o inefficace
➡️ In caso di controllo, l’azienda potrebbe incorrere in sanzioni o trasformazione del contratto a tempo indeterminato
➡️ Una corretta indicazione della prova è fondamentale in fase di assunzione
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