Proroga per le Polizze Catastrofali alle PMI

Con il Decreto Legge n. 39 del 31 marzo 2025, il Governo ha ufficializzato una proroga significativa per l’obbligo delle imprese di dotarsi di una polizza assicurativa contro eventi catastrofali, come terremoti, alluvioni o altre calamità naturali.

Questa misura, pensata per tutelare il tessuto produttivo nazionale, soprattutto nelle aree a rischio, rappresenta uno degli strumenti chiave del nuovo sistema di gestione del rischio previsto dal legislatore.

Le nuove scadenze: calendario per le imprese

Il decreto differenzia i termini in base alla dimensione dell’impresa, offrendo una finestra più ampia per le realtà più piccole:

• Grandi imprese: obbligo confermato al 31 marzo 2025, con una tolleranza di 90 giorni per la regolarizzazione (quindi fino al 30 giugno 2025).

• Medie imprese: nuova scadenza al 1° ottobre 2025.

• Piccole e microimprese: il termine è stato esteso al 31 dicembre 2025.

Chi è obbligato?

L’obbligo riguarda tutte le imprese iscritte al Registro delle Imprese che operano in settori produttivi, industriali, commerciali o artigianali. Sono esclusi per ora i liberi professionisti e le imprese agricole, salvo futuri chiarimenti normativi.

Perché una proroga?

La proroga si è resa necessaria a causa delle difficoltà operative e gestionali riscontrate da molte aziende nel reperire polizze adeguate entro il termine iniziale. Le principali motivazioni:

• Scarsa offerta sul mercato di prodotti assicurativi specifici per rischio catastrofale.

• Costi elevati delle polizze, in particolare per le microimprese.

• Necessità di tempo per valutare coperture, massimali e condizioni.

Cosa fare ora

Le imprese interessate devono approfittare di questo tempo per:

• Valutare il proprio livello di rischio territoriale.

• Richiedere più preventivi da compagnie assicurative affidabili.

• Verificare la compatibilità tra le polizze esistenti e il nuovo obbligo, per evitare sovrapposizioni o lacune.

Conclusioni

La proroga rappresenta un’opportunità per adeguarsi senza fretta, ma non va intesa come una sospensione dell’obbligo. Dal 2026, l’assenza di una copertura assicurativa potrà comportare sanzioni o limitazioni nell’accesso a contributi pubblici.